rei ha scritto:
Il patriottismo lasciamolo per cose più serie.
Ti assicuro che quando vivi all‘estero il patriottismo che si esprime attraverso lo sport e il tifo per le nazionali che rappresentano il tuo paese diventa una cosa seria.
Inutile cercare di spiegarlo, lo si può capire solo provandolo e Clax Shepard che da quanto leggo vive in Germania o Comett che vive sul confine tra Italia e Francia si sono fatti portavoce anche dei miei sentimenti a riguardo.
La nazionale italiana è veramente scarsa per colpa della federazione che non investe più sui giovani.
Portano scarsoni stranieri facendoli passare per dei fenomeni ma sempre scarsoni sono; anzi per essere più volgari direi che sono delle mezze seghe.
Una nazione come l'Italia con tutto il giro di soldi che ha e la visibilità per il calcio, non si può permettere di avere una rosa come quella di quest'anno.
Ci sono tanti motivi, non è solo la federazione, ne potrei citare vari e sono sicuro che sarei poi quotato da qualcuno che aggiungerebbe delle concause.
Per me l'origine di tutti i mali è la sentenza Bosman (i cui effetti, come si disse a suo tempo, si sarebbero visti 10-15 anni dopo), una svolta epocale e positiva per alcuni aspetti, che però alla qualità del nostro calcio ha fatto solo male, visto che ha favorito la creazione di vere e proprie lobby composte da dirigenti, osservatori e procuratori furbetti costantemente a caccia del presunto fenomeno straniero in campionati sconosciuti da prelevare con due spicci.
Impensabile allestire una squadra competitiva quando meno della metà dei calciatori del campionato italiano è di nazionalità...Italiana.
Vergognoso vedere squadre del campionato italiano che si affrontano con in media 4 giocatori italiani tra i 22 titolari; deprimente assistere a Inter - Udinese con 0 italiani in campo.
Basta poi guardare l‘attacco con cui ci presentiamo all‘europeo: Eder, un oriundo che non sarebbe mai stato convocato nella nazionale brasiliana e che da quando è approdato in un presunto top team ha dimostrato a pieno il suo valore di calciatore normale che dà il meglio nelle piccole squadre (com‘è adesso la mia Sampdoria).
Immobile: non me ne voglia il mio amico Forlino, ma in nazionale lo trovo assolutamente irritante e indisponente; credo in realtà che il problema sia più profondo, ossia che soffre i grandi palcoscenici, visti anche i fallimenti sia in Germania che in Spagna.
Ai mondiali del 2014 si presentava come il capocannoniere della Serie A, c‘erano tutti i presupposti affinché si caricasse la squadra sulle spalle e ci facesse fare una figura dignitosa offuscando BaLOLelli, ma dimostrò una mancanza di personalitá evidente.
Rivisto nelle ultime amichevoli, non è cambiato molto: sicuramente lotta, ma non ne azzecca una.
Come si possa pensare anche solo per un secondo di schierare titolari Immobile in coppia con Zaza (campione d'Italia con la Juve da panchinaro) rimane per me un mistero.
Insigne: sarà bravo, avrà una gran tecnica, non discuto, ma è tuttora troppo discontinuo e deve dimostrare ancora tanto.
Pellé: centravanti da 30 goal a stagione in Olanda, una dozzina in Inghilterra e probabilmente la metà in Italia; 10 anni fa non sarebbe stato nemmeno la decima scelta agli occhi di un qualsiasi CT.
E per ampliare un po‘ il raggio, solo 12 giocatori su 23 (inclusi i portieri e coloro che giocano all‘estero), giocano nelle prime 3 squadre del campionato...Questo la dice lunga.
Sostanzialmente credo ne avremmo anche di giovani bravi e potenzialmente ottimi giocatori, ma se devono farsi le ossa in B e in C1 o fare panchina in A fino a 24–25 anni perché gli vengono preferiti gli stranieri, allora dovrà passare un‘altra generazione e un altro paio di figuracce in euro e mondovisione prima che qualcosa cambi.
Chiudo con una nota sulle nostre ex stelle: Vieri grandissimo attaccante, ma ha dimostrato (e soprattutto) vinto molto meno di quello che ci si sarebbe aspettati da uno con le sue potenzialità.
Troppo spesso infortunato, troppo poco in sintonia con la vita da atleta, ha sulla coscienza dei goal sbagliati pesantissimi che non mi permettono di ricordarlo con particolare affetto.
Totti: spaesato nei mondiali del 2002; col senno di poi credo che non affrontò la competizione con la giusta umiltà, troppo spesso cercava la giocata o l‘azione personale, senza dialogare a sufficienza con i compagni.
Anche nel 2006 non brillò, ma da una parte veniva da un grave infortunio, mentre dall‘altra stava forse iniziando il suo declino fisico; fu però dannatamente concreto quando venne chiamato in causa, dimostrando un coraggio e una freddezza con pochi eguali.